Erik R. Kandel, premio Nobel per la fisiologia e la medicina nel 2000 sosteneva che la parola, strumento principale di una psicoterapia, agendo direttamente sull'esperienza, ristrutturandola, può essere, in un certo modo assimilata a un farmaco.
Emozioni
Inserisci quiTutti quanti proviamo emozioni.
Sentirsi tristi, arrabbiati o felici vuol dire provare un'emozione di tristezza, rabbia, felicità.
Se per gli adulti può essere relativamente facile riconoscere il
proprio stato d'animo, non si può affermare lo stesso per i bambini più
piccoli.
È importante fare in modo che i bambini possano
familiarizzare con alcune emozioni di base e con l'espressione del viso
che può aiutare a riconoscere una data emozione.
In alcune situazioni possiamo provare
felicità, in altre tristezza, in altre ancora rabbia; a volte una
stessa situazione può fare provare emozioni diverse a persone diverse.
Uno stesso episodio può essere considerato in modo diverso, si può cioè
pensare in modo diverso a quello che è successo e questo può portare a
emozioni e comportamenti diversi.
È qui che si iniziano a gettare le basi per una competenza metacognitiva.
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Le #carezze di cui abbiamo bisogno!
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Essere riconosciuti
"Essere riconosciuti, se mai questo avviene, sarebbe per ciascuno ricevere la piena assicurazione della propria identità grazie al riconoscimento, da parte di altri, del proprio dominio di capacità.. parallelamente a questo percorso dell'identità si svolge il percorso dell'alterità." (Ricoeur, 2004)
In un setting di coppia, la psicoterapia mira a portare i pazienti ad un certo livello di consapevolezza rispetto alle dinamiche che essi stessi creano, articolano e si narrano, in un significato condiviso dell'esperienza.
Psicologa Dott.ssa Mariagrazia Galatolo,
Psicoterapeuta in Formazione
3407240302
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IL CAMBIAMENTO
"Il cambiamento si realizza attraverso l'utilizzazione di nuove capacità, di nuovi modelli mentali, di nuove conoscenze (dichiarative, procedurali e meta conoscenze), che si aggiungono alle capacità, ai modelli, alle conoscenze precedenti, senza mai sostituirli."(Bara, 2007)
Nella vita umana, il cambiamento non ha una direzione: quello che sembra un peggioramento diventa un'occasione e il sogno realizzato, diventa una trappola. Gli antichi dicevano "Quando gli dèi vogliono perdere un uomo, realizzano i suoi desideri". Noi umani, non siamo però sprovvisti delle risorse necessarie ad affrontare una nuova direzione; l'obiettivo è mirare sempre a quello che viene definito come cambiamento migliorativo, ovvero quello che aumenta i gradi di libertà, l'informazione, l'organizzazione, la funzionalità.
In una dimensione temporale, il cambiamento migliorativo può anche passare attraverso una fase di crisi in cui inizialmente il sistema deve affrontare un cambiamento di stato: cambiare è oneroso, costoso, faticoso.. necessario.
#Cambiamento e #Motivazione
Non avere timore di chiedere aiuto ad un professionista!
"Non sono le cose importanti che mandano un uomo al manicomio. La morte, l'omicidio, l'incesto, il furto, l'incendio, l'inondazione, quelli se li aspetta. No, è la continua serie di piccole tragedie, che manda un uomo al manicomio.. non è la morte del suo amore, ma il laccio della scarpa che si rompe quando ha fretta."
Bukowski
#SignificatoPersonale
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Conosci la teoria della patata?
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"Nonostante le condizioni fossero sfavorevoli, le patate iniziarono a germogliare: germogli bianchi e pallidi, molto diversi da quelli salutari e verdi prodotti quando erano piantate per terra a primavera. Ma questi tristi, spinosi germogli crebbero di 2 o 3 piedi di lunghezza, tanto da raggiungere la luce lontana della finestra. I germogli erano, nella loro crescita strana e futile, una sorta di espressione disperata della tendenza direzionale che io sto descrivendo. Non sarebbero mai diventate piante, non sarebbero mai maturati, non avrebbero mai raggiunto il loro potenziale. Ma pur nelle condizioni avverse, lottavano per diventarlo. La vita non si arrende, anche se non può fiorire (Rogers, 1980, p.118).
Secondo Rogers anche l'essere umano ha bisogno di tre condizioni fondamentali per la propria realizzazione:
- Assenza di giudizio
- Accettazione positiva incondizionata
- Empatia
Fare, sapere fare e saper essere.
Armonia di pensiero, sentire ed azione.
Quindi allo stesso modo in cui le patate cercano di portarsi a proprio concepimento e realizzazione, anche l'uomo che si trova in situazioni anguste reagisce e si realizza al meglio delle sue possibilità.
#PsicologaMariagraziaGalatolo
Bellissimi disegni di @ilyramone
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Cervello Razionale vs Cervello Emotivo.
Il cervello Razionale è deputato a capire come funziona il mondo, le cose e le persone, come realizzarci e portare a termine i nostri obiettivi, come progettare le azioni e il futuro.
Il cervello Emotivo, invece, bada fondamentalmente al nostro benessere, avvisandoci se c'è un pericolo, sentendo l'emozione, mettendo da parte la coscienza e facendoci agire con reazioni automatiche e non programmate.
Il neuroscienziato Paul MacLean paragonò il rapporto tra il cervello razionale e cervello emotivo a quello tra un cavaliere esperto e un cavallo indisciplinato. Finché il tempo è buono e il sentiero è ben delineato, il cavaliere ha un ottimo controllo sul cavallo; ma se sopraggiunge un rumore improvviso o una visione minacciosa, il cavallo si può imbizzarrire e costringere il cavaliere ad aggrapparsi con tutte le forze per salvarsi la vita. Allo stesso modo, quando le persone sentono un'emozione forte o un bisogno, o la rabbia, o l'eccitazione sessuale, non sentono la ragione, non sono minimamente raggiungibili. Le comunicazioni tra le due parti del cervello si indeboliscono sensibilmente.
(Bessel Van Der Kolk, 2014)
#PsicologaMariagraziaGalatolo
Il dilemma del porcospino
"Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione". (Arthur Schopenhauer - 'Parerga e Paralipomena')
In questa metafora, il filosofo tedesco illustra molto chiaramente ciò che accade nelle relazioni umane. Il porcospino ricerca la vicinanza per scaldarsi; allo stesso modo, nelle relazioni umane si ricerca vicinanza per una serie di bisogni, dapprima affettivi e poi di condivisione. Gli aculei rappresentano le difese che le persone mettono in atto per proteggersi, con il rischio di ferire chi si avvicina troppo. Quando la distanza con l'altro si riduce e di avviciniamo troppo, ci esponiamo agli aculei dell'altro, con la possibilità di soffrire. Quando si entra in maggior intimità con una persona si rischia di ferirci, ma anche rimanendo lontani si soffre.
Il dilemma è dunque: qual è la corretta distanza da mantenere nelle relazioni per avere il giusto calore ed evitare la puntura degli aculei? È meglio patire il freddo della solitudine o il dolore dell'eccessiva vicinanza? È importante muoversi reciprocamente, autoregolandosi per soddisfare sia il bisogno di vicinanza che quello di autonomia, per non sentirsi né intrusi né soli. Nelle relazioni di coppia può essere difficile trovare questa giusta distanza, ma si può incrementare la nostra autoconsapevolezza per muoversi in questa danza.
Conosci il principio della rana bollita?
"Immaginate un pentolone pieno d'acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l'acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l'acqua è calda. Un po' più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po', tuttavia non si spaventa. L'acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce semplicemente morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell'acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone."
Adattarsi non è semprela scelta migliore; talvolta è necessario prendersi la responsabilità di una decisione, saltare verso un cambiamento, per quanto spaventoso e incognito possa sembrare. Come la rana si adatta all'acqua finché non diventa insopportabile, capita di abituarsi a piccole dosi quotidiane di dolore, piccole tensioni, insoddisfazioni, che col tempo possono diventare abitudinarie.
Perché accade questo? L'adattamento al dolore allontana una paura ancora più grande, quella del cambiamento. Abbiamo l'occasione e l'opportunità di modificare le nostre credenze e ricominciare, saltando fuori dalla pentola, senza aspettare di morire di caldo!
Sii consapevole.
Sei il protagonista della tua vita.